FREQUENZE UDITIVE E DIMINUZIONE DELL’ANSIA:
I “BINAURAL BEATS” COME AIUTO AL RILASSAMENTO
Sin dagli anni ‘70 del XX secolo la scienza ha indagato il particolarissimo fenomeno dei “toni binaurali”.
Si tratta di quella percezione di “battimento” che abbiamo se ascoltiamo con un orecchio un determinato suono (per esempio, una nota continua a 400 hz) mentre, contemporaneamente, con l’altro orecchio ascoltiamo un secondo suono caratterizzato da una lieve differenza di frequenza rispetto al primo (per esempio, una nota a 410 hz).
Tale battimento risultante, che viene chiaramente percepito dall’ascoltatore, in realtà non è presente in nessuno dei due suoni originari: è infatti un’ “illusione” generata dal cervello stesso, la cui frequenza percepita sarà sempre pari alla differenza fra le frequenze dei due suoni reali uditi dalle orecchie (10 hz, nel nostro esempio).
Da allora ad oggi gli studi sul fenomeno si sono moltiplicati, fino a ipotizzare e indagare la possibilità che determinate frequenze dei battimenti potessero essere impiegate per ottenere effetti cognitivi specifici.
L’ultima analisi scientifica a riguardo, pubblicata nel 2019 da un’equipe dell’Università di Madrid, indica una crescente mole di studi a supporto dell’idea che l’ascolto di specifiche frequenze di battimenti binaurali sia in grado di influenzare positivamente vari aspetti della cognizione umana (così come aveva già in gran parte evidenziato anche l’analisi precedente, pubblicata nel 2015 dall’Università di Bonn).